SOLIDARITY ACTION#1 – GLOBALIZE THE LEFT!

Oggi, in un mondo dove il relativismo cinico, che rende trascurabile ogni antagonismo politico e sociale, è dominante e dove, come fa notare Ulrich Beck, le contraddizioni sistemiche sono risolte in termini biografici, è necessario inventare nuovi collegamenti di comunicazione, che potrebbero fornire le basi per possibili azioni comuni. La nozione romana di sensus communis, che letteralmente significa “senso comune” e rimanda alla coscienza civica o alla disposizione alla sfera pubblica, è stata spazzata via dalla società capitalistica contemporanea, atomizzata e individualistica. Nelle ultime decadi, gli intellettuali e il pubblico attivo sono stati abituati a non prendere delle posizioni — tutto è ideologia, noi possiamo solo prendere atto, la politica è per i professionisti e noi non dovremmo farne parte — condividendo in questo modo l’illusione di poterci tirare fuori dalla politica. La teoria critica attuale e la pratica politica appaiono disgregate e separate l’una dall’altra a causa di questo senso comune anti-politico. La questione del collante sociale, un concetto che in questo momento va per la maggiore a destra ma che si ritrova molto raramente a sinistra, appare essere decisiva.

Ci siamo ritrovati in un contesto senza alternative sociali e altre tipologie politiche. In questa situazione ci troviamo di fronte a una sfida: trasformare la già esistente sfera pubblica nella riflessione collettiva, come base per le trasformazioni sociali successive. Un tale ambito di pensiero e di azione condivisi potrebbe affinare il lessico di analisi che utilizziamo, definire i problemi più attuali e tracciare una serie di possibili soluzioni. Ciò che conta di più adesso è portare il nuovo non solo a un livello metapolitico, ma anche nella pratica politica. Il milieu culturale di sinistra “Krytyka Polityczna” (la critica politica) è un esempio significativo di come la politica attualmente in vigore non sia pensabile senza un progetto anti-discriminativo che combatte l’estromissione della politica, dell’economia e della cultura nella sfera pubblica. Un ruolo chiave nel raggiungimento di questo scopo è giocato dalla formazione di risorse sociali o di capitale sociale — gruppi, circoli, comunità, capaci di esprimere chiaramente il loro messaggio con il loro ethos, non come una NGO o un partito. Alimentare la cooperazione tra gruppi politicamente impegnati, che agiscono non autonomamente ma a partire da idee comuni, è l’opera d’arte di cui abbiamo più bisogno. Questo è anche uno dei compiti della teoria dell’arte che si basa sulla pratica politica. Alcuni social network dovrebbero funzionare come un movimento politico che conduce a una politica transnazionale e la rappresenta, nonostante i confini esistenti e quelli nuovi nell’era della globalizzazione.

Esiste un grande bisogno di solidarietà oggi, in particolare a sinistra — sembra una questione urgente per l’emancipazione, oltre che un valore imprescindibile per il raggiungimento dell’egaliberte. La reinvenzione della critica socialmente impegnata in una nuova formula, che oltrepassa i laboratori accademici verso la prassi politica, dimostra l’importanza di far incontrare intellettuali, artisti e attivisti attorno al principio di coerenza condivisa e combattere per uno scopo comune. Non dovremmo aggiungere a questo gruppo solo la posizione dei teorici, ma dare più peso alla nostra esperienza e alla nostra attività: parlare il linguaggio dell`universale a partire dai problemi locali, dal luogo in cui ci troviamo e in cui siamo radicati profondamente.

L’attivazione e l’implementazione pratica di ideologie di sinistra come arma contro la commercializzazione di uno spazio politico, la criminalizzazione e la moralizzazione di problemi sociali è il compito più importante nell’era della reazione dei movimenti religiosi di destra. Questo tipo di impegno è sempre più necessario nel mondo post-politico di oggi. Ecco perché dovremmo mettere insieme i mezzi di cui dispongono l’arte, la conoscenza e la politica, e destinarli alla trasformazione della realtà per la formazione di un nuovo soggetto politico collettivo inteso come una coalizione delle lotte contro lo sfruttamento e l’esclusione nel contesto di svuotamento della società civile.

L’unità e il consolidamento di diverse iniziative di sinistra sono di importanza cruciale in tutto il mondo perché rappresentano la possibilità di creare politiche autentiche, non solo una globalizzazione economica, come tutti noi stiamo sperimentando oggi. Nel contesto europeo “Krytyka Polityczna” è portata a funzionare come piattaforma per tutti quei gruppi di sinistra e libertari che stanno provando a introdurre discorsi di liberazione e di cambiamento dello  status quo — ma non solo dentro le istituzioni culturali, le gallerie d’arte, le università o piccoli circoli radicali, dove essere di sinistra  è già diventato una moda sicura, come pure nei media, in strada e nella deleteria Realpolitik. È tempo di lasciare la strategia deleuziana di klein werden — cioè l’assenza di un grande progetto, secondo un orientamento anti-istituzionale — queste politiche di “resistenza” si limitano ad alimentare strategie di potere, permettono al sistema a riprodursi. Siamo abbastanza adulti per un groß werden — capace di proporre una nuova Internazionale di sinistra, basata su organizzazioni forti e che potrebbe guadagnare l’egemonia politica. Dovremmo spostarci, come ha dichiarato Slavoj Zizek,  dalla politica della protesta che sfrutta ciò che nega a quella politica che, al contrario, apre alla possibilità di nuovi spazi.

Per affermare una dominazione di sinistra sulla scena politica, il processo di soggettivizzazione o di interpellanza delle moltitudini dovrebbe essere definitivamente portato a termine. Il potere dominante oggi porta a un’offensiva globale, mentre la resistenza è isolata dentro i confini nazionali. Ecco perché a livello ideologico ciò che è più necessario è, in realtà, istituire una nuova Internazionale: costruire un blocco considerevole di movimenti diversi e progetti ciascuno con una propria agenda. Ma l’Internazionale rappresenta  più della somma tra le sue parti — è la loro sovra-determinazione per l’aiuto reciproco e per il bene della collettività collegato alla protesta reale, intesa come quanto si svolge attorno a noi. La quinta Internazionale significa utopia razionale in azione, l’immaginazione di alternative basate su realtà concrete. È la vera politica — la possibilità dell’impossibile.

Vasyl Cherepanyn
Professore al Visual Culture Research Center National University, Kyiv-Mohyla Academy, “Krytyka Polityczna” in Ucraina

traduzione di Valentina Sansone