PRESUNZIONE DI INNOCENZA

1  Non sono sicuro che l’arte possa generare processi democratici in società che sono antidemocratiche, ma può aiutare ad avviare dibattiti su temi socialmente rilevanti.
2 Circa il 30% del budget complessivo della Kunsthalle di Basilea che dirigo è speso nella produzione di mostre, eventi e pubblicazioni. Quasi il 50% è speso per il personale e il resto va alle infrastrutture. Penso sia difficile affermare che il denaro speso per pagare i salari non è investito nella programmazione. Sono le persone che costituiscono le istituzioni, e a loro deve corrispondere un salario dignitoso.
3 Non credo ci siano fondi alternativi per sostenere la produzione reale. L’arte deve essere vista in relazione ad un contesto economico più ampio. Penso che imprese basate sulla cooperazione e spazi gestiti direttamente dagli artisti possano aiutare questi ultimi nella distribuzione dei loro lavori (per esempio film e video) e forse possano anche co-finanziare la produzione di nuove opere.
4/8 Dovremmo immaginare ed insistere per implementare questi modelli. La produzione culturale dovrebbe essere rimessa nelle mani dei produttori, sottratta dalle mani di politici e impiegati. Mentre l’arte, come sempre, continua a servire la rappresentazione politica come decorazione o soddisfacendo i gusti più conservatori, ridotta a bene di lusso o commercio creativo, noi dovremmo immaginare modelli dove l’arte conquista un ruolo cognitivo, come strumento estetico e discorsivo.
5 Non ho familiarità con il contesto italiano, ma certamente i tagli ai fondi destinati alle istituzioni dirette da menti critiche, o la mancanza di interesse del governo e delle sue agenzie nel sostenere la produzione e incrementare il dibattito, riflette la chiusura mentale e la mancanza di visione di tali governi. La sottrazione di fondi permette ai politici di liberarsi e o almeno di rendere marginali gli elementi considerati indesiderati (vedi il caso dell’Olanda per esempio).
6 Le gallerie commerciali sono responsabili verso gli artisti mentre le istituzioni artistiche sono responsabili verso il proprio pubblico e le altre istituzioni. Nessuno è innocente, ma c’è la presunzione d’innocenza – l’innocenza è qualcosa in cui credere e da praticare.
7 Tutti hanno la responsabilità di non ingannare la gente attraverso l’idea della cultura come feticcio, intrattenimento e lusso. Sono responsabili di conservare la produzione culturale come forma ricca di significato e che si dà come interruzione, eccezione e interrogazione delle verità più ovvie.
9 Se gli artisti si sentono manipolati o hanno perso del tutto la fiducia, può essere una prova della loro sanità, contro la follia ufficialmente approvata dell’establishment culturale.
10 Roma è una città; è un habitat urbano per le persone, una casa per gli stranieri. Dal momento che persone diverse investono le loro capacità nella città, la rifanno e la fanno propria. Sono le persone che creano reti, a Roma e dappertutto, a tutti i livelli.

ADAM SZYMCZYK
Direttore della Kusthalle Basel.