RIPENSARE LA SPESA PUBBLICA

Non tutta l’arte scaturisce dall’intento specifico di ricoprire un ruolo attivo nell’attualità e di alimentare processi democratici, ma tutta l’arte innesca dei meccanismi spontanei che scuotono le coscienze e suscitano dibattiti. Per questo motivo, a prescindere dalle intenzioni, è fondamentale che ci sia una profonda consapevolezza da parte degli autori, a cui andrebbe riconosciuto e premiato un atteggiamento esemplare verso la vita, una sorta di tirocinio verso un miglioramento delle coscienze. Ogni ricerca artistica è come una radiografia da cui emergono differenze, incongruità, tic e rimandi, che si impara a leggere e a capire solo un po’ alla volta. Il ruolo delle istituzioni andrebbe ripensato, affinché si rivolgano esclusivamente ad amplificare il messaggio che parte dagli artisti, privilegiando la sperimentazione, l’austerità e il pragmatismo nella progettazione degli spazi; relegando direttori e curatori a un ruolo di tecnici altamente qualificati, in grado di scegliere e canalizzare le proposte migliori, lasciando infine agli artisti la scena e le risorse.
Nell’attesa che qualcosa cambi, e che ci siano meno sprechi, non sarebbe sbagliato programmare un fondo sostenuto e promosso da una cordata di istituzioni che raccolga donazioni di ogni entità da parte dei cittadini. Questo fondo potrebbe sostenere svariati progetti: premi, borse di studio, residenze, acquisizioni di opere, progetti di arte pubblica etc. Le donazioni potrebbero essere effettuate online, direttamente da un sito che esponga i progetti e le singole cause. Le istituzioni promotrici avrebbero diritto a candidare un progetto da finanziare. L’auspicio è che ci si rivolga unicamente alle ultime generazioni di artisti e che le selezioni dei progetti avvengano con criterio di merito. Le modalità di finanziamento pubblico costituiscono una delle debolezze maggiori del sistema culturale. Non ci sono infatti regole precise e i criteri di distribuzione, di gestione e di valutazione  restano oscuri. Ci sarebbe bisogno di bandire più concorsi per l’assegnazione di finanziamenti dedicati alla sperimentazione artistica e alla promozione dell’arte contemporanea da sottoporre al giudizio di commissioni tecniche. Quello dei finanziamenti indiretti, come ad esempio l’attuazione di sgravi fiscali, potrebbe essere una strada da percorrere, insieme alla creazione di maggiori incentivi all’intervento di privati. I tagli alla cultura sono un’inevitabile conseguenza degli sprechi di conoscenze e di fondi persi chissà dove nei meandri delle istituzioni. La crisi della rappresentanza è soprattutto una crisi culturale ed è accompagnata dall’assenza totale di visione. Non bastano trasparenza e controlli, ci vorrebbe una strategia forte, suggestiva, ampia e aggiornata. Questo è lo spirito che abbiamo adottato per trasformare la nostra visione in una realtà concreta. Abbiamo sempre sentito la competizione come uno stimolo primario, e la precarietà come un’eventuale occasione di miglioramento. Gli artisti, sia che si rivolgano alle gallerie che agli spazi no profit, devono necessariamente andare oltre questi confini fisici e mentali, smarcarsi da logiche locali ed evitare le manipolazioni da parte delle istituzioni, soprattutto guardare cosa succede all’estero e a quale velocità viaggiano i nuovi contenuti. Si parla sempre più di federalismo e di partecipazione come grandi possibilità molto difficili da attuare. La progettazione partecipata, infatti, può servire per iniziare a condividere informazioni, esigenze, visioni e conoscenze a supporto di decisioni importanti, ma necessita di linee guida tracciate da tecnici ed esperti e di un metodo nello svolgimento. Un altro cambiamento notevole per un sistema centralizzato potrebbe essere indotto da una nuova dimensione municipale. In entrambi i casi pensiamo sia venuto il momento di provare un sistema più snello e veloce capace di stare al passo anche sul piano culturale con il resto del mondo.

PAOLA GUADAGNINO
e MARCO ALTAVILLA sono direttori della galleria T293, Napoli.
Nel 2010 è stata inaugurata la nuova
sede di Roma.