SCENDETE DAI PIEDISTALLI!

Gli artisti e la maggior parte delle persone coinvolte nella cultura sono le voci critiche che possono generare processi democratici. Non ho tanta fiducia nelle istituzioni in sé, ma nelle persone. Se esistessero più musei senza muri le risorse potrebbero realmente andare ai progetti piuttosto che a pubbliche relazioni e si potrebbe far funzionare un’ampia piattaforma. Gli artisti dovrebbero ricevere commissioni da parte di mecenati illuminati mentre la tirannia dell’oscurantismo e l’uso ingannevole della teoria dovrebbero essere aboliti. Comprerei volentieri una bella sedia a sdraio di Damien Hirst piuttosto che uno dei suoi splatter paintings. Preferirei usare un servizio da tè di Cindy Sherman che guardare una delle sue immagini di vagine in decomposizione. Comprerei di certo una panchina per il parco di Tobias Putrih ma non una sua scultura. Gli artisti dovrebbero diventare più umili e sforzarsi di fare ogni tipo di lavoro, inclusi quelli manuali. Aprirsi a un tipo di lavoro che è considerato materiale per l’arte creerà automaticamente nuove forme di finanziamenti. Non ci possono essere alternative finché gli artisti continueranno a essere ingaggiati da coloro che plasmano la rappresentazione politica. Cosa sarebbe successo se avessero chiesto a Luigi Ontani e Mario Merz di forgiare l’immagine dell’Italia? Quanto sarebbe stata più interessante? L’arte è imbattibile come mezzo di propaganda. I veri musei di Roma sono lontani da luoghi come il MAXXI e il Macro: sono i negozi, gli atelier degli artigiani e i palazzi privati. Preferirei trascorrere un pomeriggio nell’officina buia di un carpentiere piuttosto che nell’atmosfera mortuaria di un museo d’arte contemporanea. I fondi dovrebbero essere spesi per sostenere tali istituzioni anziché le versioni contemporanee del Tempio di Segesta in Sicilia (una grande impresa mai finita…). Zaha Hadid sembra una persona odiosa da quanto ho sentito dire – meglio allora far costruire una piccola capanna da Sol LeWitt a Roma e sostenere i molti piccoli musei esistenti che ospitano le tradizioni e la cultura contemporanea di questa città. L’arte batte addirittura il business dei diamanti, altro campo senza regole, nel suo potenziale di guadagno. Ogni artista che ho conosciuto, per quanto matto o chiassoso, era un eccellente uomo o donna d’affari, non importa quanto strisciasse per terra ipnotizzato, saltellasse nudo attraverso i prati, sputasse su dipinti o altro ancora. Essere artista è da intendersi nel senso commerciale del termine, e non c’è differenza tra commercio e arte. Per quanto riguarda il no profit, non credo che esista davvero questo termine. Ogni no profit trascorre un bel po’ di tempo per far quadrare i suoi bilanci e sbarcare il lunario. Gli artisti devono iniziare a accettare tipi diversi di commissione. Oserebbe mai François Pinault esporre un manichino senza testa con cacca spiaccicata nella vetrina di un suo negozio piuttosto che nelle serene e immacolate stanze di Punta della Dogana? Gli artisti dovrebbero scendere dai loro stessi piedistalli. Lassù è noioso e solipsistico. Gli artisti romani sono raramente grandi, muscolosi, egomaniaci. Prendiamo il Mangiatore di fagioli di Annibale Carracci. Questo è l’artista romano: felice con un piatto di pasta e fagioli! L’artista romano è caratterizzato da una certa umiltà e umanità. È tutto il contrario dell’atmosfera che emanano fortemente il Macro e il MAXXI.

CORNELIA LAUF
Storica dell’arte, editrice e curatrice. Dopo il dottorato in Storia dell’arte alla Columbia University ha lavorato al Solomon R. Guggenheim Museum di New York. È co-fondatrice di twostarbooks e insegna alla Facoltà d’arte e design dell’Università IUAV di Venezia.