P/Act for Art_ROMA – Editoriale

P/Act for Art è un giornale distribuito gratuitamente e pubblicato per la prima volta nell’autunno del 2011 a Berlino, nell’ambito della 7. Berlin Biennale. L’Istituto Svizzero di Roma, assieme ad altre realtà europee, ha intrapreso in questi mesi azioni di solidarietà per esplorare gli effetti dell’arte nella società e le connessioni con le attuali situazioni sociali e politiche. Da tale progetto di collaborazione nasce P/Act for Art: uno strumento per riflettere criticamente sulle politiche culturali, la produzione artistica e le sue istituzioni a Roma.

Questo lavoro ha ripreso ed elaborato le dieci domande già utilizzate nel giornale pubblicato a Berlino, sottoponendole ai molteplici protagonisti attivi sulla scena culturale romana e sollecitandone commenti e proposte. Alcune delle domande che abbiamo usato a Roma sono le stesse di Berlino, perché pensiamo che i problemi e le urgenze vissute da queste due metropoli europee siano molto simili tra loro; altre le abbiamo riscritte, adattandole allo specifico contesto di questa città. A partire da tali questioni, ciascuno dei collaboratori ha espresso la sua posizione rispetto alla gestione dei finanziamenti alla cultura e delle istituzioni artistiche della città in cui vivono e/o lavorano. Sono quasi cinquanta i contributi che la redazione ha raccolto; tutti gli altri interventi degli autori che non hanno potuto inviare il loro testo entro la scadenza stabilita troveranno spazio in una sezione del blog solidarityaction.istitutosvizzero.org.

I contributi raccolti eccedono i singoli attori, facendo emergere la ricca eterogeneità del paesaggio artistico attraverso lo sguardo di coloro che sono implicati attivamente a Roma. Piuttosto che riflettere i criteri o le scelte compiute dalla redazione di P/Act for Art Roma, la grande diversità di esperienze espressa dalla raccolta che presentiamo cerca di tracciare una costellazione variegata di voci e pratiche. Inoltre, alcuni contributi provengono da artisti ospiti dell’Istituto Svizzero di Roma, i quali hanno avuto modo di conoscere da vicino questa città.

In questo scenario, abbiamo voluto privilegiare la nuova generazione di artisti, curatori e protagonisti della scena culturale e artistica, convinti che le loro esperienze e le loro opinioni siano quelle che, oggi, contino maggiormente di fronte alle sfide del presente.

Gli articoli che compongono questo giornale variano tra loro per stile e tipologia: alcuni sono risposte puntuali alle nostre domande, altri costituiscono una breve riflessione su temi specifici o insistono su questioni considerate urgenti. Ai commenti personali si affiancano contributi che narrano di pratiche collettive, facendo emergere un vero e proprio laboratorio per ripensare le istituzioni del mondo della cultura, incrociando tra loro i campi dell’arte, dell’attivismo politico e della riflessione teorica.

Un’importante caratteristica di questo giornale è di ospitare le realtà artistiche e culturali della scena metropolitana indipendente, oltre a esperienze conflittuali di occupazione e autogestione: si tratta di pratiche che stanno interrogando in modo diretto le istituzioni, le norme e i rapporti in cui l’arte e la cultura sono prodotte, distribuite e vissute.

Il contrasto tra esperienze molto differenti ci aiuta a leggere Roma e il tema delle istituzioni, a cui abbiamo cercato di dare centralità in questo lavoro. Quest’ultimo campo di ricerca è stato analizzato da punti di vista e secondo diverse discipline, partendo anzitutto dai contributi del giurista Stefano Rodotà e del filosofo Augusto Illuminati, come diretta espressione del denso dibattito sviluppatosi negli ultimi anni a Roma attorno alle pratiche di movimento, così come del concetto di “beni comuni”.

La ricerca sul tema delle istituzioni è stata ulteriormente approfondita dal contributo di Tobia Bezzola, che mette in risalto un modello capace di stabilire legami profondi con la dimensione locale intrecciata alla capacità di produrre originali forme di legittimità sociale. Una condizione che appare estremamente distante da quanto descritto da Stefania Zuliani sul caso delle istituzioni museali italiane di più recente formazione.

P/Act for Art a Roma vuole essere lo strumento per sviluppare spunti di ricerca, incrementare l’intensità e la qualità delle connessioni tra la Svizzera e l’Italia a partire da quel modello federativo che, evocando l’esperienza della Confederazione Svizzera, è stato messo al centro della nostra discussione.

Grazie all’Istituto Svizzero di Roma abbiamo affrontato la dimensione locale di questa città da un punto di vista privilegiato, ovvero immediatamente europeo; la relazione aperta con la 7. Berlin Biennale ci ha aiutato ad allargare ulteriormente l’orizzonte di questo nostro intervento, approfondendolo. Da questo punto di vista, la pubblicazione sia in italiano che in inglese è uno sforzo per far circolare ed estendere tale dibattito a livello internazionale, consapevoli che le numerose sfide da affrontare a Roma vanno necessariamente oltre gli stretti confini dello Stato-nazione, attraverso la costruzione di una rete di soggetti ed esperienze in diversi paesi capaci di agire in solidarietà tra loro.

Il titolo di questa pubblicazione, così come il nostro lavoro, si sono concentrati sulla nozione di patto, il cui carattere intersoggettivo mette in risalto la cooperazione e implica la molteplicità degli attori e delle loro intenzioni, che necessariamente rimanda all’azione politica.

Proprio per questo, vorremmo ringraziare tutti coloro che hanno accettato di prendere parte alla costruzione di questo progetto, aiutandoci con i loro suggerimenti, critiche, idee e proposte.

In particolare, ringraziamo chi ha generosamente condiviso il proprio tempo con noi per intraprendere questa sperimentazione: senza di loro questo giornale, semplicemente, non esisterebbe.