PROVE DI DIALOGO

Negli ultimi anni, Roma ha vissuto una nuova vitalità nel campo dell’arte contemporanea; in questo è stata aiutata, in parte, dal rilancio dei due musei, la creazione di fondazioni private no profit e un incremento di nuove gallerie che uniscono un approccio curatoriale all’attività commerciale. Eppure Roma è essenzialmente una città che lotta con la sua attuale identità e soffre di una serie di problematiche che ne ostacolano il suo potenziale, come la capacità di essere considerata una meta internazionale per l’arte contemporanea, a prescindere da questo momento di forte visibilità. In larga misura, ciò è dovuto al fatto che il sistema politico non riesce a riconoscere il valore della cultura contemporanea (nonostante il turismo culturale sia un motore economico per la città), e qualsiasi investimento intellettuale e finanziario dipende inevitabilmente dalle agende politiche che mutano radicalmente non appena si verifica un cambiamento nel potere politico, da destra a sinistra e viceversa. Le trasformazioni culturali in corso devono fare i conti con problemi profondamente radicati che continuano a esistere: finanziamento pubblico insufficiente per iniziative istituzionali e indipendenti, la didattica inadeguata nelle arti, la scarsità di spazi espositivi e la mancanza di energie per sostenere gli artisti locali all’interno di una più ampia comunità internazionale. È essenziale – e urgente – che il comune di Roma si confronti con questi problemi attraverso l’avvio di un dialogo con gli operatori culturali della città per delineare un investimento nell’arte contemporanea che sia permanente, trasparente e slegato dalle scelte politiche.

ADRIENNE DRAKE
Direttrice e curatrice della Fondazione Giuliani per l’arte contemporanea, Roma.
Nel 2006 è tra i fondatori di 1:1 projects, una piattaforma indipendente per l’arte contemporanea.