ROMA: L’ETERNA ASSENZA

Roma è il simbolo del potere per antonomasia, metafora delle dinamiche politiche, economiche e culturali italiane. È la sede della politica istituzionale e il luogo dello sfoggio e dello sfavillio del potere di palazzo. Il museo nazionale MAXXI, nella sua monumentalità architettonica, ne è simbolicamente la sintesi: il contenitore spettacolare per il quale l’enorme spesa di costruzione e mantenimento supera l’investimento nella produzione di contenuti. Ma Roma è anche la città della rivolta e delle contestazioni di piazza. Immaginiamo che tutti gli artisti improvvisamente smettano di operare, lasciando orfani curatori, critici d’arte, galleristi e musei. La questione della sopravvivenza dell’artista è cruciale per ognuno di noi. Se l’artista non si sostenta e la sua produzione è in una posizione di debolezza rispetto al mercato, la sua ricerca rischia di morire e la comunità artistica con lui. È stupefacente la tenacia degli artisti italiani che, a discapito del contesto, continuano a lavorare, nonostante la mancanza di riconoscimento della propria figura professionale. Quello che rattrista è la fragilità e la mancanza di autonomia alla quale deve sottostare l’artista oggi in Italia. Questa condizione economica ostacola la circolazione delle idee e la condivisione tra artisti. La mancanza di fondi per la ricerca e piattaforme di condivisione, così come di luoghi per l’incontro ci rende tutti deboli e suscettibili al potere della politica, dei curatori, delle istituzioni e della stampa. Sarebbe auspicabile avere accesso a borse di studio per giovani, capaci di rendere possibili i loro progetti, così come avere un sostegno economico della produzione di arte contemporanea attraverso commissioni scientifiche che valutino l’operato del singolo, al di là delle dinamiche di mercato. Avviare la propria ricerca significa tempo dedicato alla sperimentazione e lontananza dal mercato. Crediamo che l’arte, nello scenario contemporaneo, abbia mantenuto la capacità di produrre cambiamenti e scenari utopici e che l’artista, nella sua pratica, possa essere rivoluzionario. Questo momento di cambiamento e di fragilità economica del sistema può essere un’ottima occasione di sperimentazione e di connessione per trovare soluzioni autodeterminate.

GOLDIECHIARI
Eleonora Chiari vive e lavora tra Roma e Milano; Sara Goldschmied vive e lavora a Milano.